Dance dance dance by Haruki Murakami

Dance dance dance by Haruki Murakami

autore:Haruki Murakami
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Einaudi
pubblicato: 1988-02-02T05:00:00+00:00


Capitolo venticinquesimo

Yuki riapparve intorno alle sette. Ho fatto una passeggiata sulla spiaggia, disse. Che ne dite di cenare qui? Propose Makimura. Yuki scosse la testa. Non ho fame, disse, preferisco tornare a casa.

— Va bene, ma vieni a trovarmi di nuovo, quando ne avrai voglia. Questo mese non mi dovrei muovere dal Giappone, — le disse il padre, quindi si rivolse a me per ringraziarmi della visita, e scusarsi di non avermi potuto ospitare in modo più adeguato, e così ci salutammo.

L'assistente Venerdì ci accompagnò al cancello. Nel parcheggio in fondo al giardino notai una jeep Cherokee, una Honda 750 e una mountain bike.

— Vita spericolata, eh? — commentai.

— Be', non è una vita in pantofole, — rispose Venerdì dopo aver riflettuto un istante. — Makimura non è certo il classico tipo dello scrittore. È soprattutto un uomo d'azione.

— Che palle, — disse Yuki a bassa voce.

Io e Venerdì fingemmo di non aver sentito.

Appena saliti in macchina, Yuki disse che aveva fame. Mi fermai in un Hungry Tiger lungo la costa. Due bistecche, e per me una birra analcolica.

— Di che cosa avete parlato? — chiese Yuki mentre mangiava il dessert.

Non c'era motivo di nasconderle qualcosa, quindi le spiegai grosso modo com'era andata la conversazione.

— Era più o meno come immaginavo, — disse Yuki corrucciata. — Tipico del suo modo di pensare. E tu, cosa hai risposto?

— Ho rifiutato, naturalmente. Non è il tipo di cosa che fa per me, la trovo contorta. Invece, penso che incontrarci ogni tanto, per nostra libera scelta, ci farebbe bene. A tutti e due. Tra noi c'è una notevole differenza di età, e credo che siamo altrettanto lontani come ambiente, mentalità, sensibilità e stile di vita, ma credo che ciò nonostante abbiamo molte cose da dirci. Non pensi anche tu? Si strinse nelle spalle.

— Basta che quando ti va di vedermi, mi fai un colpo di telefono. Le persone non possono incontrarsi perché sono obbligate. Ci si vede quando si ha voglia di vedersi. Noi possiamo confidarci cose che non diremmo a nessun altro, e dividere dei segreti. Non sei d'accordo? Dopo una breve esitazione, Yuki mormorò: — Hmm.

— Se uno si tiene tutto chiuso dentro, a un certo punto non ce la fa più a trattenersi. Allora bisogna allentare la pressione, o si scoppia. Bum! È difficile vivere quando si reggono troppi pesi da soli. Lo so che per te è dura, e anche per me a volte lo è. Non possiamo parlare con nessuno, e nessuno ci capisce. Ma noi possiamo capirci a vicenda. E parlarci con sincerità.

Yuki annuì.

— Io non ti voglio forzare. Ma sappi che quando avrai voglia di parlare con me, basterà farmi un colpo di telefono. Indipendentemente dalla proposta di tuo padre. E non voglio neanche fare la parte del fratello maggiore o dello zio che capisce le cose. In un certo senso noi siamo sullo stesso piano. Possiamo aiutarci a vicenda. Per questo credo che sarebbe una buona idea vedersi ogni tanto.

Non rispose. Finito il dessert, mandò giù un bicchier d'acqua tutto d'un fiato.



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